mercoledì 10 ottobre 2012

il punto di rottura

Lui è quello del primo bacio, per gioco, quando sei talmente piccola che nemmeno sai cosa sia l'amore. Lui è il vicino stravicino in montagna e il coinquilino in città, il secondo fratello che vive in simbiosi con quello vero.
Lui è quello che il Necchi gli stringerebbe la mano orgoglioso, è quello che ti insegna la fuga perfetta a scuola e come si attacca la colla al soffitto.
Lui è quello del gnocco, mortazza e giornale al mattino, degli esami in taverna e dei giochi improbabili, su tutti la dolorosissima battaglia del cucchiaio sulla nocca. Rigorosamente di plastica rosa.
Lui è quello che al primo fiocco di neve guai a non andare a salutarla nei posti più improbabili, con la Cacchina, da non confondere con la Giorgina, che una è una macchina e l'altra una nonna.
Lui è quello che non è solo bello, ma è vitale, con un carisma ed un sorriso che tutte le donne guai. E le povere te le trovi a cercarlo ovunque, perchè lui non ha fissa dimora, potrebbe essere dai suoi, da noi, da qualche parente, ma di preciso non lo sai mai.
Lui è quello del punto di rottura, perchè in un attimo non è più stata la stessa cosa.
Lui è quello che ha avuto un problema e subito lo sopravvalutavi, ci ridevi anche un po' su, poi invece hai iniziato a preoccuparti sul serio. Perchè anche i suoi amici, come le donne che guai, hanno iniziato a cercarlo, ma non lo trovavano mai.
Lui da un giorno all'altro ha detto basta.
Dicono che quando uno compie un gesto simile, in quel momento, sia lucido. Io non lo so questo, so solo che a dirgli ciao quel pomeriggio, come dice un altro Roberto, eravamo un po' bevuti, perchè una cosa del genere nessuno se l'aspettava.
Incredulità, disperazione, senso di colpa, rabbia, impotenza, dolore, vuoto, un gomitolo pesantissimo nello stomaco.
Lui manca, sempre e comunque. Ma con il tempo, dal gomitolo sono iniziati ad uscire finalmente i ricordi belli, i suoi, non quelli del gesto.
E ti ritrovi a ridere improvvisamente sentendo parlare di Zico a Sfide, perchè ti viene in mente la partita calcio-foglie, con regalino del cane annesso, ma ben nascosto.
Il mondo va avanti, cambiano le cose alla velocità della luce, c'è chi si sposa, chi sposarsi mai, chi fa un figlio, ma vuoi un ramo di abete, una ciabatta o un "ci penso io a kissino", lui ha sempre la capacità di farci magicamente sorridere con un affetto che nessun altro mai.
E di tenerci uniti. Perchè ci ha insegnato che il tempo da solo proprio non risolve niente e se si sta male per qualsiasi motivo, parlarne e farsi aiutare dagli amici è sempre il modo migliore per iniziare a tirare fuori dal gomitolo i vari pezzettini di caos.

4 commenti:

  1. Epperò, il coraggio di parlarne..mica semplice. I pezzettini di caos da tirare fuori sono una zuppa di vetro molto tagliente. Se rimangono dentro, si ha l'impressione che facciano meno male.

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    1. se i pezzettini di vetro rimangono dentro, possono essere molto taglienti..

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  2. Ho guardato spesso giù, facendo ciondolare i piedi e chiedendomi come sarebbe stato saltare. Poi un bernoccolo. Qualcosa che non so. Un amico. Qualcosa che si è rotto e mai aggiustato, ma che è cambiato. Un sorriso. Il suo e il mio. Guardo ancora giù. Non mi chiedo più come sarebbe saltare, ma solo come sarà camminare di nuovo. Ancora. Sempre.

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